Un’interessante ricerca effettuata dal team Acheloos Geo exploring nella grotta della lucerna, sulla vena del gesso presso Imola.
Testo e ricerca storica Andrea Benassi Fabio Piccin foto Ivan Vicenzi
La grotta della lucerna (ER RA 821) è una piccola cavità situata nel Parco della Vena del Gesso Romagnola, sul versante sud di Monte Mauro. Fu scoperta dal gruppo speleologico GAM nel 2000, nonostante abbia uno sviluppo di poche centinaia di metri,è di particolare interesse per le sue caratteristiche morfologiche e geologiche. A differenza delle grotte della zona, questa grotta presenta notevoli tracce di scavo , che probabilmente servivano per allargare i passaggi interni considerando la regolarità della forma delle sale interne. Osservando con attenzione la conformazione della cavità, si possono notare le differenze tra la conformazione naturale e quella artificiale scavata dall’uomo. Tali opere si escavazione sembrano risalire al periodo che va dal I al V secolo dopo Cristo, in base ai ritrovamento di una lucerna di terracotta risalente al periodo romano, che ha poi dato il nome alla grotta appunto “grotta della lucerna”.
Quali furono in passato le motivazioni che indussero a effettuare questo tipo di escavazione, considerando che l’estrazione del gesso, utilizzato nell’edilizia, era facilmente attuabile in superficie senza avventurarsi così in profondità .. Un’ipotesi potrebbe essere riconducibile all’estrazione di un materiale pregiato presente in profondità, derivato dal gesso ma con delle caratteristiche particolarmente interessanti.
I riferimenti storici
Analizzando il periodo storico della lucerna ritrovata, e le testimonianze archeologiche a disposizione, scopriamo che, in passato , una particolare pietra derivata dal gesso era utilizzata in sostituzione dell’attuale vetro, proprio per le sue caratteristiche di trasparenza e conformazione lamellare detta “LAPIS SPECULARIS” Nella Historia Naturale di Plinio, si parla a più riprese del gesso e delle caratteristiche del minerale e dei suoi importanti utilizzi soprattutto in edilizia; ma in alcuni passi si parla nello specifico delle particolari miniere presenti in Spagna: “Quasi tutta la Spagna abbonda di miniere di piombo, ferro, rame, argento, oro ; in particolare, la Citeriore è ricca anche in pietra speculare...ma la Spagna è superiore per lo sparto prodotto dai suoi deserti e per la pietra speculare...” Anche Isidoro da Siviglia, scrive: “La pietra speculare è stata così chiamata perché diafana come il vetro. Fu scoperta nell’Ispania citeriore, presso la città di Segrobiga. Si trova sotto terra e, una volta estratta, si taglia e si riduce in lastre sottili quanto si voglia”.
Le origini di questa particolare pietra sono state per molti anni ignote, nelle descrizioni degli antichi testi si capisce che è un materiale molto interessante e facile da utilizzare, incastonato all’interno di telai in legno alloggiati nelle aperture dei muri degli edifici, isolava dalle intemperie e permetteva l’ingresso della luce nelle stanze altrimenti illuminate artificialmente. Recentemente si sono scoperte nella spagna, nella zona della Mancha e della Castilla una serie di cave sotterranee utilizzate per l’estrazione appunto della pietra translucida utilizzata in epoca romana : la “lapis Specularis”. All’epoca di Augusto infatti , la città di Segrobiga era la capitale di un vero distretto minerario dove veniva estratta la pietra ed esportata in tutto l’impero romano. Analizzando i traffici commerciali del tempo, si capisce rapidamente quale fosse la convenienza economica dell’utilizzo della Lapis specularis, per l’edilizia romana. Nonostante la scoperta del vetro proveniente dai paesi del sud dell’impero, i costi elevati quasi proibitivi favoriscono utilizzo della pietra presente in natura. Nell’Edictum de pretiis di Diocleziano, del 301 d.C. viene indicato per le lastre di lapis specularis un costo di 8 denari a libbra, rispetto ai 24 denari per il vetro proveniente da Alessandria d’Egitto, o ai 13 per il vetro di peggiore qualità, prodotto nell’area Siro-Palestinese. In questa prospettiva per almeno 4-5 secoli, dall’inizio del suo uso, fino alla sua parziale sostituzione con il vetro, il gesso traslucido appare una materia prima di grande importanza e valore.
la conformazione geologica
Geologicamente si tratta di gesso secondario, cioè ottenuto da una soluzione di acqua satura di gesso, che si rideposita in una frattura della roccia dando luogo ad una vena o un filone traslucido, praticamente trasparente. Ecco spiegato il motivo delle differenti conformazioni morfologie delle sale della grotta , che ha favorito nelle zone scavate dall’azione dell’acqua, la formazione del nuovo minerale dalle caratteristiche così singolari. Per confermare la teoria dell’escavazione della preziosa pietra, si possono effettuare interessanti comparazioni con le riconosciute miniere della spagna , scoprendo che le tecniche di scavo, legate alla particolare conformazione geologica del materiale, sono praticamente identiche. La tecnica era quella di seguire la”vena” della Lapis Specularis, estraendo dei blocchi di dimensioni moderatamente ridotte , facili da trasportare e sufficientemente grandi da garantire una facilità di utilizzo e una adeguata resistenza meccanica. Blocchi troppo grandi risultano infatti troppo pesanti e fragili,troppo piccoli di difficile utilizzo. Le “tracce” del passaggio dell’’uomo sono evidenti e perfettamente comparabili ; alloggi per lucerne nei punti di maggiore visibilità, ancoraggi per funi e carrucole, alloggi per pali e sostegni dove appoggiare le ceste con il minerale estratto o dove sistemarsi per poter estrarre comodamente.. All’ingresso poi , una serie di piattaforme a gradoni che favorivano la movimentazione delle pesanti ceste di raccolta che venivano portate fino alla superficie.
Conclusioni
La grotta della Lanterna sembra essere l’unico esempio di cava di “lapis Specularis” presente in Italia, sicuramente localizzato nella zona dove il gesso è presente, ma unica perché non sembrano segnalate altre situazioni simili nell’ area. Il team Acheloos Geo Exploring ha girato un documentario di particolare interesse didattico, proprio sulla conformazione e sulle testimonianze lasciate dall’uomo durante il duro lavoro di estrazione della pietra che in epoca antica ha permesso di proteggere le abitazioni dagli agenti atmosferici esterni.