Le acque del Cansiglio
La nebbia fitta che si diffonde nelle mattine umide di autunno, lascia presagire la spettralità e il mistero attribuiti alla foresta del Cansiglio dalle numerose storie di folletti e streghe, che sembrerebbero abitarne la piana e la foresta di faggi e abeti, vivendo all’interno delle numerose grotte e degli anfratti, in profondità , dove il buio è assoluto e il silenzio inquietante. Eppure c’è molto di vero in queste storie fantastiche: qualcosa di impercettibile si nasconde in queste montagne tanto misteriose e le ricerche che si sono svolte con passione nel corso della storia, confermano la singolare meraviglia celata dalla Foresta del Cansiglio.
L’analisi della struttura geologica della zona riconduce l’ambiente a una sorta di grande massiccio carsico, la cui parte superiore è stata interessata da un’ evoluzione strutturale, che lo ha portato all’attuale forma a catino, nel luogo in cui la pianura del Cansiglio rappresenta la principale depressione. Sebbene tale descrizione della “sentinella delle Dolomiti”, così denominata per la posizione prealpina della Foresta, lasci presentire un ambiente classico e scontato, con prati verdi e abeti di montagna, gli ambienti anomali e curiosi, che l’uomo difficilmente riesce a spiegare con la scienza, sono invece davvero molti e hanno dato vita nel corso della storia a una serie di leggende, che ancora oggi sembrano essere l’unico espediente con cui decifrare tante bizzarrie ambientali.
L’acqua, elemento fondamentale per la vita umana, è anche l’elemento principale del sistema geologico e ambientale della Foresta del Cansiglio e personaggio fuggente delle storie raccontate dai Cimbri, abitanti stanziali della foresta. Uno degli interrogativi più frequenti e che ha sempre lasciato un alone di mistero su questo luogo, è verso quale punto si diriga tutta l’acqua che cade nella vasta pianura, essendo il Cansiglio considerato un luogo tra i più piovosi d’Italia.
Le numerose fessure nel terreno, le grotte e gli inghiottitoi presenti nel suolo carsico, formati dall’erosione di acqua acida, sono indubbiamente un passaggio preferenziale per il deflusso delle piogge montane. Il percorso sotterraneo, presente in tutto il territorio della Piana del Cansiglio, può essere immaginato come una serie di lunghissimi e profondi cunicoli che si diramano in modo disordinato verso il basso, verso la pianura che si staglia ai piedi della montagna. Fin dai tempi in cui l’antica via pedemontana era transitata dagli originari abitanti delle pianure di Polcenigo, le misteriose sorgenti del fiume Livenza, chiamate Gorgazzo e Santissima, hanno destato interesse e curiosità sulla provenienza delle loro acque cristalline.
Molte sono state le teorie proposte nel tempo, e i poteri curativi attribuiti all’acqua della chiesetta della Santissima. La particolare conformazione della piana del Cansiglio, e la strana forma di accumulo idrico delle lame, stagni superficiali che anche in condizioni di particolare siccità non si prosciugano, hanno sempre fatto pensare che nel sottosuolo della verde piana ci fosse una sorta di enorme serbatoio naturale. A conferma di quanto sia singolare il fenomeno idrografico del Cansiglio, la leggenda del “Lamaraz”, particolare lama ricoperta da uno strato di sedimento a base di carbone, per esempio, narra che la sua acqua, nonostante i numerosi prelievi per l’approvvigionamento da parte degli abitanti della zona, non finisse mai.
Un’ incredibile contrapposizione di situazioni ambientali pone da un lato il misterioso deflusso delle abbondanti piogge della zona montuosa e dall’altro le inesauribili fonti di acqua che si nascondono nel sottosuolo. Molti sono stati gli studiosi e avventurieri che hanno dedicato tempo e fatica per cercare di decifrare l’insolito ambiente naturale. Le prime discese nel sottosuolo risalgono ai primi anni del 1900, quando le attrezzature disponibili impegnavano seriamente gli studiosi che affrontarono il fondo del famoso Bus de la Lum. Solo nell’era moderna è stato possibile accedere a importanti profondità del sistema ipogeo della Piana del Cansiglio. La grotta della Genziana, scoperta durante i lavori di costruzione della strada per la Crosetta, è stata per molto tempo considerata la più profonda, ma negli ultimi anni si sono raggiunte, grazie a un’ingente ricerca sistematica da parte degli speleologi, profondità maggiori in altre grotte della zona.
Arrivati nel cuore del massiccio del Cansiglio, gli esploratori hanno sperimentato la tecnica del tracciamento, che, secondo la leggenda, era già stata utilizzata dagli abitanti del luogo in modo rudimentale, gettando cioè delle piccole pezze di formaggio nel Bus de la Lum, per poi ritrovarle dopo qualche giorno nella sorgente del Gorgazzo. Con il sistema utilizzato recentemente si è scoperto che le acque dell’abisso Col della Rizza affluiscono verso le sorgenti della Santissima ai piedi della montagna. Le recenti scoperte speleologiche sono frutto di impegno e sacrificio da parte di ricercatori di tutta Italia, che oltre a tanto interesse per la ricerca, sono stati coinvolti in un’incredibile serie di favorevoli coincidenze che hanno permesso di incrementare il livello di conoscenza del territorio, quasi come se la Foresta del Cansiglio si fosse lasciata in parte decifrare.
La magia del luogo e i racconti che nel tempo si sono tramandati fin ai giorni nostri, tornano a far riflettere su come ancora oggi, nonostante la tecnologia e le informazioni in nostro possesso, ci sia ancora molto da conoscere su questo fantastico luogo. Le acque della sorgente del Gorgazzo sono ancora oggi misteriose, e nonostante l’uomo sia riuscito a scendere a profondità considerevoli, l’arcano resta ancora da svelare …
IL documentario.
Due anni di appuntamenti nella piana del Cansiglio per filmare situazioni uniche e affascinanti, una serie di immersioni nel fiume Livenza alla ricerca delle tracce storiche che ne caratterizzano il fondale, incontri e collaborazioni con gli enti del Parco. Tanto impegno per mettere insieme il materiale che ha dato tanta soddisfazione al Team Acheloos Geo Exploring e a tutti gli amici che hanno collaborato per la riuscita del filmato. Il risultato sono 25 minuti di racconto dinamico, immedesimati in una goccia d’acqua che attraverso tanti intricati percorsi arriva a defluire sul mare Adriatico..
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Ringraziamenti
Gruppi Speleo che hanno attivamente condotto la ricerca in grotta.
L’Università di Ferrara che ha seguito le operazioni di tracciamento.
Veneto Agricoltura con i testi ambientali e i permessi per le riprese in sito.
Il Corpo Forestale di Stato
Il gruppo ambientalisti Sacile con i testi e le informazioni sul corso del fiume Livenza
Il Comune di Polcenigo
Il Comune di Sacile
Il Comune di Portobuffolè
Il Comune di Caorle